CRIOCONSERVAZIONE


Indicazioni

Le tecniche di procreazione medicalmente assistita di II e III livello, con donazione di gameti, possono essere applicate con la donazione di gameti maschili (seme), la donazione di gameti femminili (ovociti) e la doppia donazione di gameti. (1)
L’utilizzo dei gameti maschili è effettuato solo con seme crioconservato, quello di gameti femminili è possibile attraverso l’applicazione di una procedura con ovociti donati “a fresco” o altrimenti con procedure in cui si utilizzano ovociti donati “crioconservati”. Inoltre è previsto il trasferimento di embrioni crioconservati ottenuti dalla donazione di gameti. (1)

CRIOCONSERVAZIONE

Crioconservazione dei gameti maschili

La crioconservazione degli spermatozoi è stata la prima tecnologia utilizzata per la conservazione della fertilità maschile. I protocolli di crioconservazione prevedono un congelamento rapido in vapori di azoto oppure un congelamento lento, utilizzando o meno congelatori programmabili, dopo l’esposizione a un crioprotettore. (2)
Il congelamento è un evento stressante per tutti i tipi di cellule ma gli spermatozoi, grazie al loro piccolo volume cellulare e alla compatta organizzazione cellulare della testa, subiscono pochissime variazioni di struttura durante tale processo. (2)

Crioconservazione di gameti femminili (2)

La crioconservazione degli ovociti umani rappresenta una importante alternativa per il trattamento dell’infertilità umana. Essa permette di superare problemi legali, etici e morali legati alla crioconservazione degli embrioni e di evitare i problemi associati alla sindrome da iperstimolazione ovarica. Può, inoltre, essere impiegata per preservare la capacità riproduttiva in pazienti che devono sottoporsi a interventi chirurgici o a trattamenti antineoplastici (cicli di chemio e radioterapia) o che presentano patologie a carico dell’ovaio e dell’endometrio. (2)
Ci sono tre principali protocolli di congelamento in letteratura: la vitrificazione, il congelamento rapido e ultrarapido e il congelamento lento. La vitrificazione può essere definita come un processo fisico nel quale una soluzione estremamente concentrata di crioprotettore si solidifica durante il raffreddamento formando uno stato simile al vetro senza la formazione di cristalli di ghiaccio. Nella vitrificazione il principale crioprotettore utilizzato è l’etilene glicole. (2)
Allo stato attuale, grazie alla lunga esperienza ed alla messa a punto di nuove tecniche, gli ovociti crioconservati sopravvivono allo scongelamento in alta percentuale e possono realisticamente offrire buone possibilità di gravidanza. Gli ovociti scongelati devono sempre essere inseminati utilizzando la tecnica ICSI, anche qualora il liquido seminale presenti parametri di normalità. (3)

Crioconservazione di zigoti

Lo zigote è l’ovocita fecondato, con la presenza dei due pronuclei (maschile e femminile). Lo zigote rappresenta lo stadio che ha le migliori possibilità di sopravvivenza al congelamento ed allo scongelamento. (3)

Crioconservazione degli embrioni

In seguito alla “superovulazione”, il numero di embrioni sviluppatisi “in vitro” può superare il numero ottimale di embrioni da trasferire. (3)

La possibilità di conservare embrioni in eccesso attraverso un congelamento in azoto liquido (a temperature inferiori a -196°C), permette alla coppia di poterli trasferire all’interno dell’apparato genitale della partner in un momento successivo senza dover affrontare tutte le tappe di un nuovo ciclo. La crioconservazione di embrioni “in eccesso” è un “imperativo” morale per tutti i Centri di Medicina della Riproduzione. (3)