Fecondazione eterologa: la donazione di sperma
In Italia dal 2014 è possibile ricorrere alla fecondazione eterologa. Ciò significa che si è aperta la possibilità per molte coppie di accedere a tecniche di fecondazione come l’ovodonazione o la donazione di sperma. In cosa consiste la donazione di sperma? Chi può richiederla e quali sono le caratteristiche indispensabili per poter donare?
7 anni fa, la Corte costituzionale, con la sentenza n. 162, si è espressa in favore della fecondazione eterologa, eliminando il precedente divieto stabilito dalla legge 40. Il 2014 è stato l’anno del via libera a metodiche di fecondazione con gameti donati come l’ovodonazione o la donazione di sperma nelle quali l’ovulo femminile o il seme maschile non appartengono ad uno dei futuri genitori del bambino, ma a una persona esterna alla coppia. Una rivoluzione significativa nel campo della fecondazione assistita che ha dato speranze a molte coppie che soffrono di sterilità.
La donazione di sperma
La donazione di sperma è una tecnica di fecondazione eterologa alla quale è possibile ricorrere in caso di infertilità maschile di grado severo. Lo sperma del donatore, dopo essere stato crioconservato per sei mesi e analizzato, viene utilizzato per fecondare l’ovulo mediante trattamenti di fecondazione assistita. La Società Italiana di Embriologia, Riproduzione e Ricerca (SIERR), in collaborazione con il Ministero della Salute, ha stabilito in maniera rigorosa delle linee guida 1 da seguire sul tema della donazione dello sperma, in particolare, quali debbano essere le caratteristiche che devono essere rispettate sia per i donatori che per i riceventi.
Le caratteristiche dei riceventi
In Italia, la fecondazione eterologa è permessa per le coppie maggiorenni e di sesso diverso con comprovata infertilità. Nel caso della donazione di sperma, l’infertilità è legata al partner maschile. Ne sono esempi i casi di azoospermia (totale assenza di spermatozoi nel liquido seminale), la criptospermia severa o l’oligospermia (ridotto numero di spermatozoi), situazioni di disfunzioni eiaculatorie e altre anomalie degli spermatozoi o del liquido seminale. Oltre a questi fattori, è possibile ricorrere alla donazione di sperma se le condizioni dell’uomo non consentano di fare ricorso all’utilizzo del proprio liquido seminale, ad esempio in caso di infezioni sessualmente trasmissibili in presenza di difetti genetici. Come indicato nell’ultima relazione al Parlamento sulla procreazione medicalmente assistita del 20222 – stilata a cura del Ministero della Salute – la quasi totalità (85,2%) dei 1.341 uomini che nel 2020 hanno fatto ricorso ad una donazione di seme, lo ha fatto per un’infertilità da “fattore maschile severo”, ossia una situazione dove gli spermatozoi sono di numero molto ridotto o con bassa mobilità o con una morfologia alterata.
Le caratteristiche dei donatori
Chi dona il proprio seme deve rispettare dei requisiti clinici e medici molto stringenti. I donatori devono essere sani, senza malattie ereditarie e malattie sessualmente trasmissibili o altre infezioni trasmissibili attraverso la donazione di gameti. Nell’analisi della storia medica, si effettua anche una valutazione sulla possibile esposizione recente a farmaci, radiazioni o condizioni ambientali a rischio per la tossicità riproduttiva, i donatori non devono avere nel loro passato storie di alcolismo o dipendenza da sostanze stupefacenti. Inoltre, viene esaminato il liquido seminale che deve rispettare dei parametri di qualità stabiliti dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) sotto il profilo della concentrazione, della motilità e del numero di spermatozoi. In Italia, la donazione di seme è gratuita e deve essere anonima (non deve essere possibile per il donatore risalire alla coppia ricevente e viceversa). Infine, i donatori non hanno il diritto di conoscere l’identità del bambino nato per mezzo di queste tecniche e viceversa. Per quanto riguarda l’età, i donatori devono essere maggiorenni (preferibilmente tra i 21 e i 40 anni)1.
I dati della fecondazione eterologa e della donazione di sperma
Continua a crescere la tendenza a ricorrere alla donazione di gameti, con numeri che nel 2019 salgono a 9686 cicli rappresentando il 9,8% dei cicli totali di PMA, mentre nel 2020 l’11,6% di tutti i cicli di trattamento di PMA di I, II e III livello sono stati effettuati grazie alla fecondazione eterologa2. La maggior parte dei gameti maschili esterni alla coppia vengono importati in Italia. In particolare, i dati indicano che nel 2020, Il 94,6% del seme donato proviene da banche estere (soprattutto Spagna, Danimarca e Grecia)2. L’Italia conta un numero esiguo di donatori perché nel nostro paese, al contrario di ciò che avviene altrove, la donazione del prezioso seme maschile deve essere un atto volontario e gratuito. Inoltre, l’informazione sull’importanza della donazione dei gameti è ancora molto scarsa.
Riferimenti bibliografici:
1 Linee Guida donazione di gameti – SIERR
2 Relazione PMA, 2022 Ministero della Salute