Ciclo doloroso: quando parlarne con il ginecologo
Durante l’età fertile – il periodo della vita che va dal menarca alla menopausa – ogni mese l’organismo femminile si prepara a una possibile gravidanza attraverso un delicato e complesso processo fisiologico, che coinvolge tutto l’apparato riproduttivo. Il ciclo mestruale è il segnale visibile di quel processo. Non si tratta, quindi, solo di un “appuntamento” in calendario: il ciclo mestruale è parte di un meccanismo delicato e, per certi aspetti, può essere un indicatore dello stato di salute di una donna. Per questo, prestare attenzione ai cambiamenti che presenta è fondamentale.
Dolore “fastidioso” o dolore che limita?
Regolarità e dolore sono due aspetti chiave. Nei primi anni dopo la prima mestruazione il ciclo mestruale può essere irregolare, perché l’equilibrio ormonale non è ancora del tutto raggiunto. Si tratta di una condizione normale, che non deve preoccupare, perché può volerci del tempo affinché il sistema ormonale si stabilizzi. Diverso, invece, è quando il ciclo è accompagnato da dolore, ed è importante chiedersi di che dolore si tratta: quanto è intenso? Quando si presenta?
Esiste una grande differenza tra un dolore “fastidioso” ma sopportabile e un dolore che impedisce di lavorare, studiare, fare sport o semplicemente svolgere le consuete attività nel corso della giornata. È proprio a questo tipo di dolore, che viene definito invalidante e ricorrente, che bisogna prestare particolare attenzione.
Un altro aspetto da osservare è quando compare il dolore, se prima dell’arrivo della mestruazione, o durante il flusso, oppure quando la mestruazione è al termine. Molto spesso, infatti, il ciclo doloroso è legato all’ovulazione, ma non sempre il dolore è “normale” né innocuo.
Questi dettagli sono importanti perché possono aiutare a capire se il dolore è “fisiologico” o se, invece, potrebbe indicare la presenza di una patologia, ad esempio l’endometriosi.
Endometriosi: un’ipotesi da considerare
È ancora molto diffusa l’idea che il dolore mestruale sia qualcosa di inevitabile che dev’essere semplicemente sopportato. In realtà, non è così: il dolore è un segnale da ascoltare, perché la mestruazione in sé non dovrebbe essere molto dolorosa.
Quando il ciclo è troppo doloroso, specie se il dolore compare con più intensità nella parte finale, è bene non accontentarsi di assumere farmaci antidolorifici o della convinzione che “sia normale così”. Uno dei quadri che può emergere è quello dell’endometriosi, una condizione frequente ma ancora sottodiagnosticata, soprattutto nelle ragazze.
Purtroppo, il percorso verso la diagnosi può essere molto lungo: in media servono circa sette anni per arrivarci. Anni durante i quali il dolore continua a ripetersi, influenzando la vita quotidiana e che, a lungo termine, rischia di compromettere anche la fertilità.
Perché parlarne subito con il ginecologo
Il dolore mestruale non è, quindi, una condizione da accettare come inevitabile. Anche nelle adolescenti è importante “ascoltare” il proprio corpo e prestare attenzione ai segnali che ci manda: se i cicli sono sempre troppo dolorosi, è consigliabile parlarne al proprio ginecologo di fiducia. Una visita e una semplice ecografia possono essere sufficienti per chiarire la situazione e, se necessario, avviare tempestivamente una terapia medica. Intervenire presto significa non solo alleviare il dolore, ma anche proteggere la qualità della vita presente e la fertilità futura.
Ascoltare il corpo, proteggere la fertilità
Pensare al ciclo mestruale solo come a un momento da “sopportare” ogni mese rischia di farci trascurare segnali preziosi. Conoscere il proprio ciclo, osservare quando e come compare il dolore e rivolgersi a un medico senza attendere mesi o addirittura anni, sono gesti semplici che possono fare la differenza sulla salute e sulla qualità della vita in generale.
Si ringrazia per il supporto la Dottoressa Giuseppina Picconeri, ginecologa.