Sessualità e infertilità: due mondi che si incontrano (e talvolta si scontrano)
La sessualità è parte integrante dell’identità di ogni persona: un insieme complesso di emozioni, desideri, relazioni, piacere, intimità, che va ben oltre la dimensione fisica. È uno spazio personale e condiviso, dove trovano posto anche il gioco, la complicità e il sentirsi vicini. Quando arriva il momento di concepire un figlio, però, la sfera intima può attraversare momenti di trasformazione profonda.
Sappiamo che l’infertilità si definisce come la difficoltà a concepire dopo 12 mesi di rapporti non protetti. Ma cosa succede alla sessualità di una coppia quando l’intimità si intreccia con l’obiettivo di diventare genitori?
Quando la ricerca di un figlio cambia il modo di vivere il desiderio
Per alcune coppie la sessualità inizia a cambiare già nelle prime fasi della ricerca di una gravidanza. Il rapporto perde parte della sua spontaneità e diventa un mezzo, un atto finalizzato al concepimento. Non per tutti è così: alcuni riescono a mantenere una dimensione di gioco e complicità anche durante questo periodo. Ma per altri, l’aspetto ludico, quello legato al desiderio e al piacere, può affievolirsi, fino a scomparire del tutto.
E quando arriva una diagnosi di infertilità, questo cambiamento può farsi ancora più evidente.
Dopo la diagnosi di infertilità: la sessualità in pausa
L’infertilità non riguarda solo il corpo, ma anche la relazione, l’autostima, le emozioni. La sessualità può modificarsi ulteriormente, anche in base al tipo di difficoltà riscontrata.
A volte, possono comparire veri e propri disturbi sessuali – come difficoltà nell’erezione o nell’eiaculazione, dolore nei rapporti – che prima non esistevano. Spesso la coppia tende a concentrarsi così tanto sull’obiettivo della gravidanza o sull’iter di procreazione medicalmente assistita da mettere da parte altri aspetti importanti della vita quotidiana e affettiva. Tra questi, anche il desiderio e l’intimità.
Anche la PMA può avere un impatto sulla vita sessuale
Ci sono dei momenti, all’interno del percorso di procreazione medicalmente assistita, che possono influire sulla sfera sessuale della coppia. Alcuni esami o prescrizioni, pur necessari, possono generare disagio e distacco.
Pensiamo, ad esempio, all’esame del liquido seminale richiesto al partner maschile, da eseguire in ambienti spesso percepiti come freddi e poco accoglienti. Oppure ai rapporti “programmati”, quando viene chiesto alla coppia di avere rapporti in giorni precisi, a prescindere da come ci si sente o dal desiderio reale del momento.
In questi casi, ciò che dovrebbe nascere dalla spontaneità si trasforma in un dovere, con il rischio che il piacere si riduca a una “prestazione” da portare a termine.
Proteggere la sessualità significa proteggere la coppia
È importante che chi si occupa di medicina della riproduzione tenga conto anche della salute sessuale della coppia, non solo di quella riproduttiva.
Un ascolto attento e non giudicante, già dalle prime fasi del percorso, può aiutare a intercettare i segnali di disagio e, se necessario, indirizzare la coppia verso professionisti in grado di supportarla anche sotto questo punto di vista.
La sessualità non è solo un mezzo per arrivare a un figlio. È una parte viva della relazione di coppia, che merita cura e attenzione, soprattutto nei momenti più delicati.
Si ringrazia per il supporto la Dottoressa Giulia Bertapelle, ginecologa e sessuologa clinica.