Il pick-up ovocitario in PMA: come prepararsi al meglio?
La procreazione medicalmente assistita (PMA) è un percorso complesso, fatto in parte di attese e sfide, ma anche di speranze per molte coppie che desiderano avere un figlio.
Tra le fasi di questo percorso, il pick-up degli ovociti, comunemente noto come prelievo ovocitario, è fondamentale. Nonostante venga spesso considerato un punto di arrivo, in realtà è solo una tappa intermedia del percorso di PMA, alla quale occorre prepararsi, sia fisicamente che emotivamente. Come prepararsi al meglio?
Il pick-up: un momento importante da condividere
Il pick-up è un passaggio intermedio del percorso di PMA, che arriva dopo la stimolazione ovarica e una serie di esami.
“È importante che le coppie parlino anche di questo momento. In un certo senso, andrebbe celebrato perché, pur non essendo un punto di arrivo, è sicuramente un piccolo traguardo per la coppia. È eccitante e al tempo spesso preoccupante, perché c’è una preparazione del corpo, che in qualche modo può dare un po’ di insicurezza.”
Affrontare insieme le paure
La fase della stimolazione ormonale e dei monitoraggi ecografici può generare un po’ di ansia, anche perché impattano sulla quotidianità. Inoltre, solitamente per il pick-up si ricorre a una leggera sedazione e molte donne esprimono preoccupazione proprio in merito alla sedazione, ai farmaci utilizzati, al loro effetto ecc.
È importante affrontare questi timori prima della sessione di prelievo, sia con il personale medico sia, eventualmente, con uno psicologo.
Prepararsi insieme al pick-up
Prepararsi alla fase del pick-up richiede attenzione sia dal punto di vista fisico sia emotivo: creare nella coppia momenti di benessere quotidiano e supportarsi reciprocamente può fare una grande differenza.
Come fare? Creando dei rituali quotidiani di benessere, che possono aiutare a mantenere la serenità o a ritrovarla, quando sembra sfuggire. “Creare un rituale, una coccola che ci accompagni in quei 10, 11, 12, 13 giorni potrebbe essere un’arma a nostro favore.”
Tecniche di respirazione, piccoli gesti di cura come una tisana serale, un bagno caldo, ma anche l’utilizzo di oggetti di uso comune, ad esempio un foulard, possono contribuire a ridurre lo stress. Infatti, uno dei bisogni più comuni è quello di essere accolti, coccolati, ma anche proprio “avvolti”.
“Il foulard potrebbe essere un oggetto da utilizzare come rituale alla sera con una luce soffusa, una musica soft; si avvolgono i piedi – gesto che, sembra strano, ma crea una distensione in tutto il corpo partire dalle gambe – e ci si addormenta proprio con il foulard avvolto.”
Si ringrazia la Dottoressa Francesca Sordina, psicologa, per i commenti e i suggerimenti.